SCIOPERO NAZIONALE LEGNO, ADESIONE ALTISSIMA ANCHE IN PUGLIA

Grande successo in tutta Italia per lo sciopero generale di otto ore del settore legno-arredo. Migliaia di lavoratrici e lavoratori hanno protestato con Feneal Filca Fillea contro la decisione di Federlegno di interrompere le trattative per il rinnovo del contratto nazionale, scaduto da un anno. L’adesione è stata altissima in tutte le aziende del Paese, con picchi negli stabilimenti Natuzzi, la realtà industriale più grande della regione. Anche le presenze in piazza sono state superiori alle aspettative, considerando la scelta dei sindacati di dare vita a 4 concentramenti interregionali con delegazioni dai vari territori: a Santeramo i manifestanti erano oltre 1.500, provenienti da diverse regioni meridionali.

“Il rinnovo del contratto – ha detto il segretario generale della Filca Cisl Puglia, Antonio Delle Noci, intervenendo dal palco – è un diritto per migliorare la qualità del lavoro, per un salario più alto, per la dignità del lavoro e dei lavoratori, delle persone. Federlegno, ma io aggiungo moltissimi imprenditori, devono smetterla di fare cassa sulla pelle dei lavoratori. Non siamo delle macchine, ma abbiamo delle professionalità e delle capacità riconosciute da tutti, il Made in Italy è un’eccellenza nel mondo che tutti ci invidiano. Il presidente di Federlegno, Emanuele Orsini, ha definito il Salone del Mobile una vera istituzione italiana. Ha aggiunto pure che per l’arredo del Bel Paese c’è un’idea di futuro che deve coniugare sviluppo, innovazione e sostenibilità, chiedendo alle istituzioni di non lasciare solo chi porta il Made in Italy nel mondo. Caro presidente Orsini – ha detto Delle Noci rivolgendosi al leader di Federlegno – noi le giriamo la richiesta: ascoltateci, non lasciateci soli, rispettate e premiate chi contribuisce a rendere eccellente il settore e il Made in Italy nel mondo”.

“In questi 8 mesi di trattative – ha sottolineato il segretario generale della Filca pugliese – un periodo lungo, difficile e complesso, abbiamo sempre dimostrato la nostra responsabilità e disponibilità. Di fronte a noi, però, abbiamo trovato una controparte che non solo non vuole ascoltare, ma si è dimostrata anche irrispettosa: abbandonare il tavolo è un comportamento irresponsabile. Noi continueremo a rimanere sulle nostre posizioni e quindi ribadiamo il no all’aumento dei contratti a termine, il no alla stagionalità senza limiti, il no alla flessibilità, già regolamentata con l’accordo del 2018. La precarietà dei rapporti di lavoro per l’economia in generale è un deterrente allo sviluppo: se non hai un rapporto stabile – ha proseguito – è impossibile avere qualsiasi forma di credito e di conseguenza programmare un futuro. Per il salario confermiamo le nostre richieste economiche, ma vogliamo risposte anche su temi non meno importanti come ambiente, sicurezza, formazione, bilateralità, welfare, benessere organizzativo. Oggi qui a Santeramo e nelle piazze di Milano, Treviso, Pesaro, tutti insieme diciamo forte il nostro no alla precarietà, no alla riduzione dei diritti. Vogliamo il contratto – ha concluso Delle Noci – vogliamo difendere la qualità del lavoro, vogliamo continuare a mettere al centro il lavoratore, la persona”.

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